LA PREGHIERA NEL BUDDISMO

Source:

Euro 6,00 PZ10, Volume 25111005 ()

Keywords:

buddhismo

Abstract:

«Il grande scrittore americano Ralph Waldo Emerson ci ha lasciato nel suo saggio intitolato Self-Reliance i seguenti pensieri a proposito della preghiera: "Quali preghiere mai si fanno lecite gli uomini! Ciò che essi chiamano una pia pratica è tutto fuorché qualche cosa di nobile e di virile. La preghiera (di solito) guarda di fuori, e chiede qualche cosa di esterno la quale venga in soprappiù per mezzo d'una virtù esterna, e si perde in un labirinto sterminato di cose naturali e soprannaturali, di mediazioni e di miracoli. La preghiera che brama un particolare vantaggio, qualunque cosa non sia tutto il bene, è viziosa. La preghiera è la contemplazione dei fatti della vita dal punto di vista più alto. È il soliloquio di un'anima che mira e giubila. È lo spirito di Dio che sentenzia buone le sue opere. Ma la preghiera quale mezzo di effettuare un disegno privato, è un furto, una volgarità. Essa presuppone il dualismo, non già l'unità nella natura e nella coscienza. Appena l'uomo si è messo d'accordo con Dio, non mendica più. Egli anzi vedrà la preghiera in ogni azione. Prega il colono quando s'inginocchia per sradicar la gramigna dal suo campo, prega il rematore quando s'inginocchia per fender l'onda col remo, e le preghiere di entrambi sono vere preghiere che s'odono dappertutto nella natura, sebbene intendano a fini modesti." Queste profonde ed alate parole dell'Emerson rappresentano indubbiamente il grado più alto della evoluzione religiosa. La preghiera presuppone l'interesse privato, ossia l'egoismo. Chi per chiedere si prostra magari dinanzi a Dio, è sempre uno che si prostra, è uno schiavo, un mendico.» [...]

Notes: