LA MORTE DI ERACLE E ALCUNI ASPETTI DELL'OLTRETOMBA

Authors:

Patroni G.

Source:

Euro 11,00 PZ10, Volume 02121031 ()

Keywords:

pagrecia,miti,mondoantico

Abstract:

Buona davvero, ed utilissima, è la Memoria del dott. P. Mingazzini, che è l’ultima del vol. I, serie VI, delle «Memorie» della nostra Accademia e della nostra Classe, intorno a Le rappresentazioni vascolari del mito dell’apoteosi di Herakles. Tuttavia il capitolo finale, che s’intitola Riassunto e deduzioni, contiene, specialmente in principio, alcune affermazioni che sono bensì in gran parte conformi alle comuni dottrine, accolte e divulgate nelle Enciclopedie e nei Manuali, ma stanno invece in contrasto diretto e stridente con alcuni risultati nuovi, da me ottenuti nel mio studio Tra sogni ed ombre in compagnia d’Omero. [...] Il Mingazzini dimostra tanta buona volontà nel risalire a miei scritti anche vecchi e nel seguire e svolgere, non senza indipendenza e prudenza, una corrente d’idee da me inaugurata trent’anni fa, che proprio si deve ammettere essergli rimasto ignoto il mio scritto più recente, dai cui risultati (in tutt’altro campo davvero che quello della ermeneutica vascolare) tanto fortemente divergono quelli da lui accolti. Esponiamo ora i punti di dissenso; poi li discuteremo singolarmente con la maggior possibile brevità. «È noto» - dice il Mingazzini - «che il mito della morte di Herakles sul rogo dell’Oeta è entrato solo tardi a far parte della leggenda canonica dell’eroe». Per me questa è semplice opinione; in sè discutibile, e che, in conseguenza dei risultati cui ritengo essere pervenuto, dovrebbe esser divenuta insostenibile, almeno in tale forma recisa, e fatta eccezione tutt’al più per qualche piccola parte di essa (forse per la localizzazione sul m. Oeta, alla cui attribuzione ad età relativamente tarda non si oppone quanto dimostrai altrove). [...]

Notes:

POETI MISTICI PERSIANI

Authors:

PIZZI ITALO

Source:

Euro 11,00 PZ10, Volume 02121030 ()

Keywords:

iran,islam,letteratura

Abstract:

Poiché Abû Hâshim di Siria e Hallâģ del Khorassan, benché professassero dottrine mistiche, vissero da soli e non lasciarono poesie, ciò che a noi più importerebbe sapere, da Abû Saîd, già ricordato nel paragrafo precedente, incomincieremo la serie dei poeti mistici, perché egli fu il primo che si facesse capo d’un consorzio di gente, raccolta a far vita contemplativa sotto regola certa, e fu il primo altresì di cui ci restano componimenti poetici. Abû Saîd adunque, uomo di vita integerrima, nacque a Mahna del Khorassan nel 357 d. E. (967 d. C.) dove poi anche morì nel 440 d. E. (1048 d. C.). Parlano di lui con ammirazione le scritture tutte che ne narrano la vita, e dicono che fin dalla fanciullezza, cosa non insolita, altri ebbe a trarre del fanciullo i presagi più lieti. Il suo iniziarsi alla vita religiosa è raccontato con particolari curiosi assai; perché, vivendo nella città di Serakhs un certo Loqmân che la gente chiamava l’indemoniato, Abû Saîd un giorno si accostò a lui che sedeva sopra un mucchio di cenere, tutto inteso a rattoppare certa sua veste consunta e trita. Levò il capo Loqmân e disse ad Abû Saîd: «Io sto rattoppando questa veste per te». Ciò detto si levò e menò il giovane presso lo Sceicco Abû ’l Fazl [...]

Notes:

DONNE EROICHE ED EPIGRAMMI NELLA LETTERATURA GIAPPONESE

Source:

Euro 8,00 PZ10, Volume 02121029 ()

Keywords:

giappone,letteratura

Abstract:

“Il signor Eastburn Hastings, gentiluomo di Nuova-York, mentre si tratteneva lo scorso inverno in Firenze, venne un giorno a mostrarmi alcuni splendidi fogli di carta giapponese istoriati a colori e manoscritti, e m’impegnò a spiegargliene il contenuto. Vidi che si trattava di storie cinesi, di cui alcune narrate e ripetute a sazietà in libri di vario genere, qualcuna anche nei classici, qualcuna anche tradotta in questa o quella lingua d’Europa. Una mano di scritto firakana bellissima, ed una certa difficoltà di legger lo scritto stesso, m’invogliarono a copiarlo: il che facendo, m’accorsi che vi si parlava sempre di atti eroici di donne cinesi; e quindi pensai che quei fogli appartenessero ad un’opera intitolata, forse, Biografie d’illustri donne cinesi o altro simile, imitata o tradotta dal cinese. Ne scrissi all’ottimo Valenziani, che mi rispose, aver veduto in Parigi ed altrove molte altre delle disjecta membra di questo bellissimo manoscritto, destinato ad illustrar pitture o copiate da originali cinesi, o per la prima volta eseguite da un pittore delle isole nipponiche, a rappresentazione di fatti narrati in un’opera cinese, che ha per titolo: San-kang hing-sceh.” “Ciò che noi ci avventuriamo a chiamare epigramma giapponese, i poeti e i letterati delle isole nipponiche chiamano uta. Non mancherà a chi subito corra alla mente che questo nome, uta è la stessa parola che oda, ovvero ode, leggermente alterata. Certo la somiglianza delle due voci è grandissima, e sto per dire, seduttrice: ma se pensiamo alla gran distanza che corre fra le nostre favelle e la giapponese; molto più poi se pensiamo che le cose significate dai due vocaboli sono bensì componimenti poetici, ma di genere, per molti rispetti, se non per tutti, diverso; assai facilmente resisteremo alla tentazione di creder cognati i due termini, uta e oda. Meno resistibile dovrà piuttosto parerci la tentazione di riconoscere una comune origine così all’uta come all’epigramma del mondo letterario greco e latino. Qui la somiglianza, e somiglianza per alcun capo strettissima, spero di poterla mostrare, non già nella parola, ma, quel che monta assai più, nella cosa.”

Notes:

LA NOVELLA DI BRAHMADATTA

Source:

Euro 7,50 PZ10, Volume 02121028 ()

Keywords:

india,letteratura

Abstract:

«Il testo di questa novella fu pubblicato dall’Jacobi nella sua nota crestomazia prācrita: Ausgew. Erzähl. in Māhārāṣtrī; questa di Brahmadatta è la prima, ed è la più lunga (pagg. 1-20) e forse la più interessante della raccolta. È tolta dalla ṭīkā di Devendra all’Uttarādhyayanasūtra, la quale alla sua volta è estratta dalla vṛtti di Çāntyācārya al sūtra medesimo. Il prof. Leumann, in due articoli della Wiener Zeits. für die k. des Morgenl. (V pagg. 111-146 e VI pagg. 1-46) studiò e confrontò fra loro le varie redazioni di questa novella. Poiché la rivista viennese è poco diffusa fra noi, e poiché le ricerche del Leumann sono di grandissima importanza per la storia della filiazione e per la retta intelligenza del racconto, stimo opportuno accennarvi brevemente. Nel suo primo articolo, il L. potè studiare due redazioni jainiche, cioè la metrica del Cittasambhūijja nel XIII dell’Uttarā° e la vṛtti suddetta di Devendra: ed una redazione buddhistica, il Cittasambhūtajātaka (Fausbōll 498), composto per metà in prosa, per metà in versi; una quarta redazione, fondamentalmente divergente dalle precedenti, era offerta dall’ Āvaçyakaniryukti e dalla relativa cūrṇi, ma fu studiata a parte dal L., non aiutando essa a ristabilire la forma originaria della leggenda.» [...]

Notes:

LA RELIGIONE DEI MANDEI

Source:

Euro 12,50 PZ10, Volume 02121027 ()

Keywords:

religioni

Abstract:

Nella conquista delle Indie Compiuta per opera dei Portoghesi nel sec. XVI, alle schiere dei soldati e ai numerosi ufficiali civili tenevan dietro costantemente i padri della Compagnia di Gesù, col proposito di illuminare colla luce dell'Evangelo le nuove genti assoggettate alla corona di Portogallo e di guadagnare tra esse nuovi sudditi alla Chiesa di Cristo. Così da Goa spinsero la loro attività missionaria sino alle più lontane regioni e attraverso la Persia giunsero alla pianura del basso Tigri ed Eufrate, dove nei tempi antichissimi sorgeva il grande impero babilonese, da cui per prima tanta luce di civiltà si diffuse in mezzo ai popoli mediterranei. Quivi s'imbatterono in una setta religiosa singolare, che non aveva alcuna simiglianza colle grandi religioni già note dell'Oriente, e che, sebbene non appartenesse ad alcuna forma di cristianesimo, pure attribuiva capitale importanza al rito del battesimo; che i suoi adepti prendevano più volte all'anno nelle correnti di acqua viva, lungo le quali, forse a bello studio, avevano preso stanza. Credettero pertanto i missionari cristiani di vedere in quei battezzatori i lontani discendenti dei discepoli di Giovanni Battista, onde si diedero anche maggior cura di guadagnarli alla fede di Cristo; e quando i Gesuiti portoghesi si dovettero ritirare da quelle regioni, a loro successero nella pia opera i Carmelitani italiani, tra i quali si distinse per attività e zelo il P. Ignazio di Gesù.

Notes:

I DUE POEMI ARABI DEL MANTELLO

Source:

In lode di Maometto, Euro 10,00 PZ10, Volume 02121026 ()

Keywords:

islam,letteratura

Abstract:

«Studiar la leggenda musulmana di Maometto, o Muḥammad, può riuscir utile per vari riguardi, senza esser privo di letterario, storico e religioso interesse. Innanzitutto, investigando, ordinando e classificando, secondo la loro origine, i diversi particolari leggendari, se ne scevera fuori indirettamente, per esclusione e riduzione, la verità storica sulla vita del fondatore dell'Islām, cui l'Oriente e l'Occidente avvolsero, si direbbe, a gara, d'innumerevoli fiabe apologetiche o diffamatorie. D'altra parte, poiché questa leggenda formasi in età storica relativamente tarda, l'analisi critica di essa acquista importanza singolare: come quella che serve di esemplare più sicuro e più chiaro alla ricostruzione, o meglio, alla valutazione di altre pseudo-profetiche leggende, quali ricorrono all'inizio di più antiche civiltà, a fondamento di vetuste confessioni religiose. Per noi cristiani tal ricerca storica e critica ha uno speciale interesse; giacché, mentre nella costituzione della legge islamica o del Corano, concorrono materiali di rito e di pensiero per la maggior parte di derivazione giudaica: a plasmar la figura mitica, ovvero la leggenda di Maometto [...]»

Notes:

MISCHELLANEES CHINOIS

Source:

Deux traités de la Musique, Euro 7,50 PZ10, Volume 02121025 ()

Keywords:

musicmd

Abstract:

«Les idées chinoises concernant la musique proviennent en grande partie de la notion qn'ils se font de la nature de l'être en général et de la production des êtres particuliers par les forces essentielles et primitives de l'univers. Aussi rattachentils la formation des sons musicaux au poids, au nombre, à la mesure, aux astres, au mouvement général des corps qui composent l'univers visible pour l'homme. Le tout, bien entendu, sans principes sérieux et par des combinaisons arbitraires. C'est ainsi qu'ils reconnaissent cinq tons principaux parce qu'il y a cinq éléments et douze notes différentes parce que l'année compte douze mois etc. Ils croient à des tons mâles et femelles comme les deux grands principes de la nature (Yang et Yin) parce que dans la nomenclature ils se trouvent aux chiffres pairs ou impairs.»

Notes:

I MITI BABILONESI E LE ORIGINI DELLA GNOSI

Source:

Euro 7,00 PZ10, Volume 02121024 ()

Keywords:

gnosi

Abstract:

«Gli antichi scrittori ecclesiastici hanno tramandato delle sètte gnostiche, di cui furono contemporanei, descrizioni che presentano la gnosi nella luce più sfavorevole. La teologia degli gnostici non parve ad essi, in genere, che un tentativo assurdo di mescolare e confondere la mitologia e la filosofia dei gentili con la pura dottrina tradizionale. I più celebri ed autorevoli creatori di una gnosi cristiana, quali un Basilide e un Valentino, sdegnosamente furono accusati d'essersi lasciati abbagliare dal falso splendore, dicevano, della filosofia di Platone, e di avere voluto al pensiero del gentilesimo subordinare la fede redentrice nel Cristo. E indugiavansi a ritrarre le conseguenze pessime di così cattivi principî nella vita corrotta e perfino in certi osceni riti di cui le sètte gnostiche, nelle segrete loro conventicole, si sarebbero rese colpevoli. Gli gnostici che pure presumevano di parlare anch'essi in nome d'una tradizione ecclesiastica ed anzi apostolica, e facevansi forti soprattutto delle Lettere di Paolo e del Quarto vangelo, erano denunziati energicamente per corrompitori diabolici della divina verità cristiana. E malgrado la vasta diffusione, in tutta la chiesa, di scuole, sètte, chiese gnostiche, il moto religioso della gnosi era considerato come un fatto di nessun valore intrinseco per la vita ecclesiastica e quindi per la storia del cristianesimo. La tendenza a vedere nella gnosi soltanto una improvvisa fioritura, fra il primo e il terzo secolo, di fantasie mitologiche e semi filosofiche cristianeggianti, ed a considerare lo gnosticismo un episodio trascurabile nella storia della chiesa antica, attraverso il medio evo è penetrata nelle ulteriori concezioni storiche del cristianesimo, e fin oggi quasi predomina in autorevoli opere divulgative di storia ecclesiastica.» [...]

Notes:

LO SPIRITUALISMO ESOTERICO DELL'ISLAM

Source:

Euro 7,00 PZ10, Volume 02121023 ()

Keywords:

spiritualita,esoterismo,islam

Abstract:

«Turpino il Falso, che descrive l'idolo d'oro Mahom, adorato a Cadice, difeso da demoni; a legione; e i chierici superstiziosi poi, ch'alludono ad un dio d'idolatri, al Bafomet dagli altari sanguinanti di vittime umane, giù, fino al 1100, fino all'opera, equa, di Pietro il Venerabile, di Raymondo Lullo, di Matthieu Paris, tanti gli scrittori di religione e tante le calunnie e le presentazioni grottesche e mostruose della figura gloriosa del Profeta del deserto, che fu, di per sé, una civiltà, una religione. Due secoli passano. Dante e l'Orcagna, dipingendolo questi nel Campo Santo di Pisa quale compagno dell'Anticristo, condannandolo quegli ad eterno e crudelissimo strazio, dànno ai fedeli d'Occidente l'ultima formola volgare, accettata ancora, di giudizio, di condanna, del magico, divino afflato di Maometto sulla vita mondiale.»

Notes:

L'OPERA DI IBN AL-MUQAFFA'

Source:

Euro 9,00 PZ10, Volume 02121022 ()

Keywords:

oriente,letteratura,islam

Abstract:

«Le traduzioni - Gli scritti originali - La zandaqah e la personalità di Ibn al-Muqaffa’ - Nota biografica. Ho cercato delineare in queste pagine l’opera e la personalità di Ibn al-Muqaffa’ quale può cominciare a ricostruirsi dai più recenti studi, e da un esame sistematico delle tradizioni e del corpus di scritti che vanno sotto il suo nome. Gli unici lavori monografici che sinora abbiamo su questa interessante figura sono due recenti scritti di orientali, l’uno in persiano di ’Abbās Iqbāl Aštiyānī (Šarḥ-i ḥal-i ’Abd Allāh b. al-Muqaffa’ -i Fārsī, Berlino 1926 [Intišārāt-i Īrānšahr, 15]), l’altro in arabo di Ḫalīl Mardum Beg (Ibn al-Muqaffa’, Damasco 1349/1930). Quest’ultimo ignora l’ultima fase degli studi relativi ed è in genere privo di valore scientifico; lo scritto del Iqbāl invece è una seria ed equilibrata monografia divulgativa, fondata sui risultati dell’orientalismo europeo (non senza uno spiccato tono di moderna šu’ūbiyyah iranica) e su un largo spoglio delle fonti storico-letterarie. Ma, a parte la sua scarsa accessibilità per la lingua in cui è scritta e la sua quasi irreperibilità, mi è sembrato che l’argomento potesse essere sviluppato e approfondito in più d’una direzione in cui l’Iqbāl si è limitato a riassumere i risultati degli studi anteriori, o, come per il problema dello scritto manicheo, il suo sommario giudizio è stato superato da posteriori ricerche. Solo quando il presente studio era pronto per la stampa ho potuto leggere in bozze, per cortese concessione dell’autore, le importanti e acute Studien zur Geschichte der älteren arabischen Fürstenspiegel di G. Richter (Leipziger Semitistische Studien, n. s., III, Lipsia 1932). Qualche argomento è stato da noi toccato in comune, talora con inconsapevole consenso, talora con diversità di giudizio; su tali divergenze ho potuto dar qui solo un cenno sommario nelle note, riservando altrove più ampia discussione.» [...]

Notes:

LA LEGGENDA DI SALADINO

Authors:

Paris Gaston

Source:

Euro 14,00 PZ10, Volume 02121021 ()

Keywords:

miti,battaglie

Abstract:

"I racconti dei cristiani su quello che fu il più terribile loro avversario e il distruttore del regno di Gerusalemme gli sono, in generale, in tutto favorevoli, dirò piu tardi qualcosa intorno alle cause di questo fenomeno, in apparenza abbastanza sorprendente. Però bisogna notare che alcuni di questi racconti, e precisamente il più antico, hanno al contrario uno spietato carattere di malevolenza che apparisce, in modo naturalissimo, dal dispetto e la umiliazione che le strepitose vittorie del sultano kurdo cagionarono ai vinti, e soprattutto ai cristiani stabiliti in Siria, e da lui cacciati dai loro possessi. Infatti, presso di loro si formò indubbiamente una leggenda ostile, relativa ai suoi primi anni, che noi vediamo diffondersi in Occidente al momento stesso dei suoi più splendidi successi. Dapprima essa, sotto la forma più virulenta, ci appare in un curioso poema latino, sin qui inedito e appena segnalato, che non è giunto intero sino a noi, e che deve essere stato composto nel 1187, poco prima della presa di Gerusalemme. Eccezion fatta per quelli la cui tendenza è visibilmente ostile, tutti gli altri racconti leggendari su Saladino gli sono favorevoli. Alcuni si contentano di celebrare le sue virtù, altri si sforzano di ravvicinarlo ai Cristiani, attribuendogli una disposizione, più o meno seguita in pratica, a riconoscere e a professare la fede de' Cristiani. Questi due generi di racconti si trovano naturalmente assai spesso mescolati, e noi parleremo ad un tempo tanto degli uni quanto degli altri.

Notes:

LA PRIMA COPPIA UMANA NEL SISTEMA MANICHEO

Source:

Euro 9,00 PZ10, Volume 02121020 ()

Keywords:

religioni,gnosi,eresie

Abstract:

«Le ricerche intorno al pensiero manicheo, i suoi molteplici aspetti, le sue fonti e le sue ripercussioni, sono più che mai all'ordine del giorno. I prodigiosi ritrovamenti di Turfan e di Tun-huang mi sembra che permettano una revisione delle interpretazioni correnti del sistema manicheo, anche dopo i lavori pregevolissimi del Bousset e del Cumont. Alle vecchie fonti greche e latine che noi possedevamo per la conoscenza del manicheismo e delle sue molteplici manifestazioni nel mondo mediterraneo; alle fonti arabe più di recente esumate e illustrate dal Flügel e dal Kessler; a quelle siriache infine, portate alla luce dal Pognon e dal Raḥmānī; si è aggiunto ormai un patrimonio letterario di incalcolabile valore, in vecchio persiano, in turco uigurico, in cinese, che permette forse, non solamente di completare, controllare, correggere la concezione tradizionale del manicheismo, bensi anche di indagarne e precisarne i singoli postulati cosmogonici ed antropogenetici.» [...]

Notes:

SAGGIO DI UNA BIBLIOGRAFIA

Source:

Euro 7,00 PZ10, Volume 02121019 ()

Keywords:

Geografia antica

Abstract:

«"La Geografia è la scienza da cui si conoscono le condizioni della terra, seondo la sua divisione in climi, monti, fiumi, e le varietà dello stato degli abitanti. Non c'è in arabo parola che corrisponda a quella greca.... Claudio Tolomeo scrisse l'opera intitolata Geografia cui si riferì ognuno che ne trattò dopo di lui. Ma molti nomi da lui menzionati sono scomparsi o cambiati, sì che è diminuita l'utilità che dalla sua opera si traeva". Da queste parole, che il bibliografo ed enciclopedico turco Hagi Khalīfa ripete da fonte anteriore, appare come gli Arabi ricevessero dai Greci il nome e la sostanza della scienza geografica; la quale, a somiglianza di quel che avvenne tra questi almeno nel periodo classico, mai o quasi mai nella letteratura e nella scienza musulmana fu trattata come scienza a sé. Sebbene nella poesia preislamica, il più antico documento che abbiamo della letteratura araba, appaia minutissima l'osservazione e la descrizione dei luoghi, ricchissimo il lessico esprimente le qualità esteriori, la costituzione, le variazioni superficiali del paesaggio desertico pur così uniforme, noi non vediamo assurgere presso gli Arabi e i Musulmani in generale la Geografia al grado di disciplina sistematicamente organica, se non assai tardi, e per riflesso della coltura occidentale.»

Notes:

VIRGILIO E IL CRISTIANESIMO

Source:

Euro 7,00 PZ10, Volume 02121018 ()

Keywords:

cristianesimo,scritlatino

Abstract:

Argomento di questo discorso è un punto non ancora avvertito ed illustrato, pure in tanto odierno fervore di critica classica e neotestamentaria; l'attinenza fra due antichi ed insigni documenti; un capitolo, e il primo, da aggiungersi, alla storia di quei primi riflessi dell'Epos virgiliano nella letteratura cristiana, a cui pur consacrò ben note pagine un nostro venerato collega che discorse di Virgilio nel Medio-Evo. Nella moderna critica del Nuovo Testamento non vi è punto che possa dirsi veramente al di sopra di ogni controversia. Nondimeno, per ciò che attiene alla presente ricerca è lecito oggi affermare che, in grazia principalmente degli studi di due grandi eruditi viventi, l'inglese Ramsay e il tedesco Harnack, procedenti per diverse vie (storico-archeologica il primo, segnatamente lessicografica e linguistica il secondo), questi risultati possono oramai tenersi per generalmente consentiti: in primo luogo, che uno stesso scrittore, giovandosi di più antiche e diverse fonti e testimonianze compose il terzo Evangelio e il libro dei così detti Atti degli Apostoli. L'unità lessicale e stilistica delle due scritture, dopo le ricerche del Blass, di B. Weiss e di altri è stata, difatti, messa in chiara evidenza dagli ultimi studi dell'Harnack. In secondo luogo, resulta che questo scrittore, sebbene non pronunci il proprio nome, parla talora in propria persona in quella parte degli Atti in cui usa la prima persona plurale noi, quasi traendo la narrazione da un suo diario di viaggio. [...]

Notes:

FLEUR DE L'ANTIQUE ORIENT

Source:

Extraits d'oeuvres inedites d'anciens philosophes chinois, Euro 7,00 PZ10, Volume 02121017 ()

Keywords:

filosofia

Abstract:

«Le nombre des auteurs chinois qui se sont occupés de matières philosophiques est presque incalculable. La seule époque des Tangs (618-905) a donné plus de 730 ouvrages traitant de morale ou d'ontologie. Ce grand nombre est naturellement cause que le nom de la plupart d'entre eux est resté inconnu, bien que plus d'un mériteraient d'être tirés de l'oubli. Leurs écrits même n'ont jamais pénétré en Europe, et on les demanderait en vain aux librairies chinoises. Je ne serais pas plus heureux que les autres si le hasard ne m'eût mis entre les mains une sorte d'encyclopédie philosophique, composée par ordre et sous la direction de l'empereur Hi-tsong des Ming, et où lea compilateurs ont réuni les parties principales des oeuvres de cent philosophes jugées par eux les plus dignes d'être conservées pour la postérité. Ce grand ouvrage porte le nom de Tchou-tze hoei hân ou 'Recueil complet des Docteurs'; il est divisé en 48 volumes ou kiuens, et contient, outre los extraits dont nous parlons, de courtes notices biographiques, notices insuffisantes que nous avons dû compléter en puisant à d'autres sources.»

Notes:

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