CONFRERIES ET RITES EXTATIQUES DANS L'ISLAM MAGHREBIN

Source:

Euro 17,00 PZ10, Volume 25111008 ()

Keywords:

Islam

Abstract:

"Les pratiques des confréries (thourouq, plur. de tharîqa) ont un aspect doctrinal et un aspect extérieur. La métaphysique çoufie est au cœur du système; les méthodes psycho-physiologiques ont pour objet la «réalisation» de cette métaphysique, à des degrés très divers, car ces confréries se sont ouvertes à de nombreux adhérents, ont eu un ròle historique, social, politique appréciable, et le «tiers-ordre», voire les affiliés presque uniquement nominaux, y sont en beaucoup plus grand nombre que les véritables adeptes. Le principe est d'ailleurs d'adapter les méthodes aux capacités, aux dispositions. Non seulement chaque frère recevra, à l'intérieur de sa société, seulement ce qu'il est capable de recevoir; mais il existe toute une gamme de confréries qui répondent justement aux possibilités inégales, qui s'adressent plus particulièrement à telle ou telle classe sociale, tel ou tel métier, tel ou tel tempérament".

Notes:

RICERCHE SULLE CORPORAZIONI PROFESSIONALI IN ITALIA DAL SECOLO V ALL'XI

Source:

Euro 12,00 PZ10, Volume 25111007 ()

Keywords:

lavoro

Abstract:

"Il mondo romano, specialmente negli ultimi due secoli dell'impero occidentale ci presenta una complicata organizzazione economico-amministrativa di professioni e mestieri fondata su collegia di varia indole. Alcuni di questi collegia erano liberi, intendendosi però questa libertà non in senso assoluto, ma relativo, perchè dalla lex Iulia, colla quale Augusto sottopose ad autorizzazione ed a sorveglianza i collegia, nessuno di questi poteva sorgere senza concessione, che avveniva fino al secolo III da parte del Senato, nelle provincie senatorie, e nelle altre da parte dell'imperatore, quando fosse certa l'utilità che ne derivava all'economia pubblica. Più tardi tali poteri sono concentrati nell'imperatore. Che questo controllo fosse eseguito nel modo più rigoroso lo sappiamo da varie fonti. Cosi Aurelio Vittore ci narra della cura data da Traiano all'annona di Roma e del fatto che egli, per meglio garantirne la regolarità, costituì e diede regolare autorizzazione (firmare o confirmare è il termine tecnico adoperato per questo) al collegium pistorum. Così d'altra parte in una lettera di Plinio, vediamo lo stesso Traiano negare la costituzione d'un collegio di fabbri a Nicomedia per il timore che vi s'introducessero persone estranee e che si volgesse l'associazione a diversi fini."

Notes:

ROMA E GLI ETRUSCHI

Authors:

CECI L.

Source:

Euro 12,50 PZ10, Volume 25111006 ()

Keywords:

Etruschi

Abstract:

Nella storia dei rapporti tra Roma e gli Etruschi occupa un posto cospicuo il Fascio littorio. L'antica eurematologia e la critica moderna che fa eco agli effata della comparatisteria antica, affermano, omni asseveratione, la origine etrusca del simbolo augusto dell'lmperium di Roma. Anzi, nell'opera recentissima sull'Etruria antica del nostro Ducati leggiamo queste parole: «Si deve accentuare la origine etrusca del simbolo più celebre della giustizia presso i Romani, del Fascio littorio». Nessun popolo al mondo è chiuso alla vita che lo circonda. E voci di cultura, termini tecnici penetrano insieme coll'oggetto e colla cosa da un popolo all'altro, da una ad altra lingua. E per riconoscere la parola importata la Linguistica ha i suoi istrumenti di precisione. Così a me non sarà difficile dimostrare - ciò che farò in altra tornata - che dalla cultura asiana degli Etruschi venne a Roma vinum e venne a Roma asinus - il vino e l'asino, due beni inestimabili per l'umanità antica e nuova. Ma quando si tratta di vocaboli esprimenti idee e sentimenti che non si esportano come oggetti di civilizzazione, la importazione lessicale esige una tale comunanza di pensiero e di vita, che la parola importata può considerarsi, in certa guisa, come indigena. Eppure Paolo Kretschmer in un'opera di grande autorità e di grande divulgazione non dubita di affermare che ad esprimere l'''amore" (amare, amor), ad esprimere la "bellezza" (pulcher), ad esprimere la idea di popolo (populus), il latino non ha parole indigene, ma le importa dall'etrusco. E l'illustre glottologo di Vienna non dimentica di rilevare la straordinaria importanza di codesto prestito per meglio fissare la dipendenza storica e culturale di Roma dall'Etruria.

Notes:

LA PREGHIERA NEL BUDDISMO

Source:

Euro 6,00 PZ10, Volume 25111005 ()

Keywords:

buddhismo

Abstract:

«Il grande scrittore americano Ralph Waldo Emerson ci ha lasciato nel suo saggio intitolato Self-Reliance i seguenti pensieri a proposito della preghiera: "Quali preghiere mai si fanno lecite gli uomini! Ciò che essi chiamano una pia pratica è tutto fuorché qualche cosa di nobile e di virile. La preghiera (di solito) guarda di fuori, e chiede qualche cosa di esterno la quale venga in soprappiù per mezzo d'una virtù esterna, e si perde in un labirinto sterminato di cose naturali e soprannaturali, di mediazioni e di miracoli. La preghiera che brama un particolare vantaggio, qualunque cosa non sia tutto il bene, è viziosa. La preghiera è la contemplazione dei fatti della vita dal punto di vista più alto. È il soliloquio di un'anima che mira e giubila. È lo spirito di Dio che sentenzia buone le sue opere. Ma la preghiera quale mezzo di effettuare un disegno privato, è un furto, una volgarità. Essa presuppone il dualismo, non già l'unità nella natura e nella coscienza. Appena l'uomo si è messo d'accordo con Dio, non mendica più. Egli anzi vedrà la preghiera in ogni azione. Prega il colono quando s'inginocchia per sradicar la gramigna dal suo campo, prega il rematore quando s'inginocchia per fender l'onda col remo, e le preghiere di entrambi sono vere preghiere che s'odono dappertutto nella natura, sebbene intendano a fini modesti." Queste profonde ed alate parole dell'Emerson rappresentano indubbiamente il grado più alto della evoluzione religiosa. La preghiera presuppone l'interesse privato, ossia l'egoismo. Chi per chiedere si prostra magari dinanzi a Dio, è sempre uno che si prostra, è uno schiavo, un mendico.» [...]

Notes:

I SETTE GENII DELLA FELICITA'

Authors:

Puini Carlo

Source:

Notizia sopra una parte del culto dei Giapponesi, Euro 10,00 PZ10, Volume 25111004 ()

Keywords:

giappone

Abstract:

La religione Sintoica e la Buddica con le loro numerose suddivisioni, e le loro innumerevoli divinità, sono le due principali credenze che dominano nel Giappone. Il Buddismo, come ognun sa, è di origine indiana, e non fu conosciuto dai Giapponesi che in epoca relativamente moderna; il Sintoismo invece, detto anche Kamimicci, è la religione nazionale, antica quanto il Giappone stesso. Narra la mitologia giapponese, che dal caos, il quale conteneva i germi di tutte le cose, nacquero in principio una generazione di esseri detti kami, dei quali Izanaghi e Izanami, l'uno maschio, l'altra femmina, furono gli ultimi: questa generazione venne chiamata la generazione dei Kami celesti. Izanaghi e Izanami si posero in animo di creare il mondo abitabile; e dopo essersi assieme sposati, la donna Izanami partorì le isole che formano l'Arcipelago giapponese; partorì i monti e i fiumi; e diede inoltre alla luce un'altra serie o generazione di Kami, che furono detti Kami terrestri. Questi ultimi a lor volta diedero origine a un'altra generazione detta umana; a capo della quale sta Zin-mu, che fu il primo imperatore del Giappone; e da cui incomincia l'epoca storica del mondo nipponico. L'oggetto del culto della religione Sintoica sono appunto questi esseri soprannaturali o Kami.

Notes:

IL PUGILATO NELLE LETTERATURE CLASSICHE

Source:

Euro 6,50 PZ10, Volume 25111003 ()

Keywords:

Letteratura,combattimento

Abstract:

Uno studio sulla «fortuna» del pugilato nelle letterature classiche occuperebbe tutto un lungo capitolo, a parer mio ricco d'interesse, oltre che sotto l'aspetto strettamente letterario e artistico, per lo studio suggestivo dei rapporti tra arte e realtà, tra letteratura e vita, tra il mondo reale e quello ideale di cui l'artista si fa mediatore. Si tratta di una vera e propria (e non ingloriosa) tradizione letteraria, durata ininterrotta attraverso i secoli dalle origini alla decadenza della civiltà classica e determinata sia dalla singolarissima passione dei Greci per l'agonistica sia, almeno nell'ambito della poesia epica, dall'influsso esercitato dalla grande poesia omerica. Esistono, nelle opere delle letterature classiche a noi pervenute, non meno di quattro importanti descrizioni di pugilati, cioè presso Omero, Apollonio Rodio, Teocrito, Virgilio, a cui si potrebbero aggiungere le più o meno felici imitazioni delle Argon orphica, di Valerio Flacco, di Stazio, di Quinto Smirneo, di Nonno Panopolita: a prescindere da tutta la produzione lirica, in ispecie di epinici, epigrammatica, e da altre svariatissime forme letterarie che ne trattano più o meno incidentalmente. Tuttavia nel presente articolo manterrò meno di quanto il titolo promette, per non sviarmi in una infruttuosa scorribanda attraverso le due letterature, e limiterò il mio esame tecnico-stilistico alle quattro grandi descrizioni sucitate, che presentano, accanto a caratteri peculiari di ciascuna, notevolissime affinità e sono variamente connesse e dipendenti tra di loro.

Notes:

AMICIZIA E ODIO PRESSO GLI ELLENI

Source:

Euro 7,00 PZ10, Volume 25111002 ()

Keywords:

pagrecia

Abstract:

Nello sforzo umano di conseguire una crescente organicità di rapporti, e di raggiungere, sia pure solo in frammentaria e passeggera cerchia, una intimità e comunanza di vita, e una sfera più alta di esistenza e di essere, l'amicizia tiene davvero un posto storico incomparabile. Corrispettivamente alla riduzione, nel pensiero di Empedocle, di tutte le forze e di tutti i processi della natura nel bipolare rapporto di Amicizia e di Contesa, nella vita morale degli Elleni, sia per una non raggiunta ancora finezza psicologica di analisi - come fu detto -, sia ancor più, a parer nostro, per un particolar modo di concepire e di sentire la vita, tutte le relazioni e tutti i sentimenti, che prendono un atteggiamento affermativo rispetto ad essa, vengono a confluire nell'amicizia, e dai filosofi greci ad essere racchiusi nel suo seno. Rifacendoci alle condizioni ancora così primitive dell'antica struttura sociale, in cui mancava ogni forma di previdenza, e l'assistenza reciproca e dello Stato era del tutto inesistente nelle sue manifestazioni instituzionali e organizzate, in cui le alterne e feroci vicende politiche si trasmutavano in continui ed improvvisi mutamenti di fortuna, e la vendetta era esaltata come affermazione legittima ed ornamento invidiato e giocondo della vittoria, sì che nulla poteva apparirvi di sicuro e di assolutamente stabile; l'amicizia intesa come solidarietà assoluta di due o più vite, nella prosperità e nel bisogno, nella gioia e nel dolore, si presenteva innanzi tutto come l'unico rifugio tranquillo contro i colpi della sorte avversa, e la riparazione ideale delle ingiustizie, delle manchevolezze e delle lacune dell'assetto sociale e umano di allora. [...] L'anima greca. Odiare per maggiormente amare Come nella cosmogonia di Empedocle la Contesa è così indissolubilmente congiunta all'Amicizia, che solo nei periodi della loro lotta, mescolanza ed equilibrio si ha la possibilità della vita; del pari nell'universale anima greca il concetto dell'amicizia è qualche cosa di così relativo, che sembra non possa avere una esistenza nè psicologica, nè morale, e nè persino valore etico, senza la sua indivisibile e necessaria compagna: l'inimicizia. Ciò dona alla vita morale greca un'impronta così spiccata ed espressiva, che, prescindendone, si correrebbe il rischio di falsare interamente le sue belle teorie e le sue delicate esperienze su l'amicizia. Esse verrebbero svincolate da un rapporto dualistico, da cui per contro ricevono la vita, lo stimolo e lo scopo. Noi non diremo che i Greci siano giunti addirittura ad una santificazione dell'odio. È indubitabile però che, anche nei rapporti privati, essi si trovarono permanentemente in quella situazione di spirito in cui i Francesi sono ancora, e quasi tutti furono durante l'immane guerra, per cui non era concepibile uno smisurato, ardente ed efficace amore della propria patria e delle nazioni amiche, se non in funzione di un danno voluto e sperato per l'altrui. E come i nemici della città e dello Stato erano, nella antichità, fuori di ogni legge umana e divina, così il nemico privato era posto in una situazione quasi del tutto analoga. [...]

Notes:

GLI ORACOLI COME FONTE D'ISPIRAZIONE NELLA LETTERATURA POETICA DEI GRECI

Source:

Euro 14,00 PZ10, Volume 25111001 ()

Keywords:

pagrecia

Abstract:

Nessuno ha mai disconosciuto con qual forza ed efficacia operino sull'anima del poeta o dell'artista le condizioni materiali e spirituali dell'ambiente familiare e sociale, in cui quegli trascorre l'esistenza. È un luogo comune, se non da tutti pienamente accettato, che ogni epoca produce uomini con caratteristiche proprie e inconfondibili. Un tal principio - del quale gli effetti, non furono, in ogni tempo, così palpabili, come qualcuno potrebbe credere - può però spiegarci in parte le ragioni, per le quali, in diversi momenti della civiltà ellenica, la mentalità e il genio di poeti e di artisti sentirono profondamente l'influsso delle forze religiose e politico-sociali che si agitavano intorno a loro.

Notes:

UN PO' PIU' DI LUCE TRA I SIMBOLI E I FANTASMI DELL'APOCALISSE

Source:

Euro 9,00 PZ10, Volume 16111005 ()

Keywords:

cristianesimo,anastatica

Abstract:

La Rivelazione di Gesù al suo discepolo ed evangelista Giovanni, quella che chiamiamo l’Apocalisse per antonomasia tra le varie Apocalissi giudaiche e cristiane, canoniche e apocrife, è una delle Scritture sacre meno familiari in Italia alle persone di studio, eccettuate, naturalmente, quelle che si occupano ex professo di Teologia o di Storia delle Religioni. I ventidue capitoli che la compongono, per quanto brevi, sono di lettura poco attraente. Ciò dipende forse dalle interpolazioni d’altra mano, che i critici moderni sospettano; da spostamenti di materia da cui deriverebbe qualche disordine cronologico; da eccessi di figure ecc. Il greco dell’Apocalisse è meno puro di quello del quarto Evangelo; lo viziano errori di sintassi ed ebraismi. Tuttavia io credo che il libro non perderebbe nulla, nemmeno della sua canonicità, se lo potessimo alleggerire del superfluo eterogeneo e ridurre alle scene fondamentali. Su quattro o cinque di esse, che hanno indubbiamente un fondo storico, richiamo l’attenzione, anche perchè mi sembrano fuori di strada nell’interpretarle i commentatori (dico i moderni non meno degli antichi) i quali, se si sono acquistati molti meriti nella critica formale (cito per tutti il Loisy) non hanno fatto opera sostanzialmente ricostruttiva. La ricostruzione era subordinata ad una precisa intelligenza dei simboli e dei fantasmi del sacro testo, la quale invece è mancata, lasciando sussistere i pareri più divergenti.

Notes:

IL MITO DI OSIRI

Source:

Il mito di Osiri nei testi delle piramidi, Euro 7,00 PZ10, Volume 16111004 ()

Keywords:

Egmiti,egdei,anastatica

Abstract:

Per indagare quale sia stato il mito osiriano nei tempi più antichi cui è concesso di pervenire con documenti scritti, e che cosa esso abbia significato, dobbiamo ricorrere a quella raccolta di testi, comunemente detti «delle Piramidi». Essi si trovano appunto scritti sulle pareti delle camere funerarie di alcune piramidi, costrutte per faraoni della fine della Vª dinastia e della VIª, e ci tramandano rituali funebri per la presentazione delle offerte o l’apertura della bocca al morto, ovvero alla sua statua, preci di consacrazioni, inni a divinità, formule magiche contro i pericoli di oltretomba, ecc. Differenti per il loro contenuto, questi testi sono pure diversi per l’età della loro composizione. Da tanti indizi, taluni possono risalire oltre la Iª dinastia; quindi essi si sviluppano per un periodo che corrisponde alla durata delle prime sei dinastie. Secondo i computi del Borchardt, questo tempo corrisponde al 4200-2800 a. e. v.; il meno che si possa loro assegnare è il 3700-2700 a. e. v.; ed anche in quest’ultimo caso, è sempre uno spazio sufficiente, perchè una leggenda, un mito, una istituzione, ecc., abbia subito variazioni.

Notes:

ALCUNI TEMI SEMANTICI TRATTI DALLE VESTI PRESSO I SEMITI

Source:

Euro 9,50 PZ10, Volume 16111003 ()

Keywords:

anastatica

Abstract:

Questo studio è una piccola pietra d’un vasto edifizio; meglio ancora, l’abbozzo d’una piccola parte. Allo stesso genere appartengono i tre studi sul tempo, pubblicati nel Giornale della Società Asiatica Italiana del 1909 (pp. 247-271). L’autore si è proposto d’esaminare cogli stessi metodi quanto più potrà del subcosciente dei Semiti, quale si può intravvedere soprattutto dal linguaggio e dalla letteratura.

Notes:

IL MANICHEISMO

Source:

Mani e il manicheismo, Euro 27,00 PZ10, Volume 16111002 ()

Keywords:

religioni

Abstract:

Il Manicheismo fu l'unica religione creata da un uomo che era, al tempo stesso, un grande pittore e un grande musicista, come se Mozart e Monet si fossero fusi, per un miracolo, nella stessa persona. Per Mani, la musica, quest'arte incorporea, era un mezzo potentissimo di liberazione e di purificazione. Iranico di padre e di madre, Mani nacque nel 216 d.C. in Mesopotamia. La sua predicazione, che si definiva una "Religione della Luce" o "La Speranza di Vita", aveva origini cristiane, gnostiche, buddiste, zoroastriane. Egli immaginava di essere il Gesù dei suoi tempi. Pensava che, nel mondo, esistessero all'origine due principi opposti: il Bene Assoluto e il Male Assoluto. Nel corso dei tempi, e specialmente di quelli moderni, il Male si insinuò e penetrò nel Bene, contaminandolo. Compito di ogni fedele manicheo era quello di salvare e liberare tutte le particene di luce prigioniere della materia, fino a restaurare la purezza originaria del mondo della Luce. Da principio, Mani venne accolto con favore alla Corte persiana. Seguendo le grandi strade di comunicazione dell'epoca, la sua religione si diffuse nell'Africa settentrionale, in Egitto, in Siria, in Dalmazia, in Gallia, in Spagna, in Arabia, in Asia centrale, in Cina, coprendo un territorio più vasto di quello di qualsiasi altra religione. Poi Mani venne perseguitato dal clero zoroastriano, imprigionato e condannato a morte. La sua passione - pesantissime catene gli avvolsero il collo, i piedi e le mani - durò ventisei giorni. Come lui, i suoi seguaci vennero perseguitati e massacrati dai potenti: i loro scritti arsi e distrutti, come se nessuno potesse tollerare questa limpida e immaginosa conoscenza del male diffuso sulla terra. Ma, ancora nel XIV secolo, milioni di Manichei sopravvivevano in Cina.

Notes:

INSEGNACI LA QUIETE

Authors:

Parks Tim

Source:

Euro 18,00 PZ10, Volume 16111001 ()

Keywords:

spiritocci

Abstract:

Il libro ripercorre gli scorsi quattro,cinque anni della mia vita, tanto difficili quanto emozionanti, l’insorgere di una spiacevole condizione cronica di salute, un’odissea medica, una crescente consapevolezza di quanto ciò che mi stava accadendo fosse riconducibile ad ogni aspetto della mia vita e della mia psiche. Poi, quasi inaspettatamente, la chiave che mi ha aperto la via d’uscita da questa prigione.

Notes:

ALFABETO EBRAICO

Authors:

Lahy Georges

Source:

I ventidue arcani della QabbalH, Euro 22,00 PZ10, Volume 06111002 ()

Keywords:

cabala

Abstract:

Le 22 lettere dell'alfabeto ebraico, da sempre oggetto di grande rispetto perchè consentono la rivelazione dei Nomi divini, sono alla base della contemplazione mistica e rappresentano autentici universi condensati in simboli. Ogni lettera contiene la quintessenza dell'energia universale e la loro pronuncia, scrittura o contemplazione libera forze potenti che entrano in risonanza con i gradi più profondi della coscienza e parlano direttamente alla nostra anima. Il libro approfondisce l'origine dell'alfabeto ebraico, mostrandone l'evoluzione storica e le basi mistiche, anche con l'ausilio dei testi fondamentali della tradizione cabbalistica, che l'autore ha tradotto dall'originale.

Notes:

SEPHER YETZIRAH

Authors:

Lahy Georges

Source:

Il libro della formazione, Euro 19,00 PZ10, Volume 06111001 ()

Keywords:

cabala

Abstract:

Il Sepher Yetzirah è il primo e più importante degli scritti sulla Qabbalah. I cabbalisti, gli alchimisti e gli eruditi di tutti i tempi hanno cercato di penetrarne il mistero. In poche pagine è descritta la creazione del mondo partendo dall'emanazione delle 10 luci divine (Sephiroth) e le 22 lettere ebraiche che costituiscono i 32 sentieri mistici della saggezza. L'autore presenta quattro traduzioni del libro, di cui due con testo ebraico a fronte, arricchite da un commentario comparativo che offre una chiave di comprensione senza precedenti a questo classico del misticismo ebraico.

Notes:

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